Palazzo Vendramin Grimani
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Quest’opera magistrale, che raffigura lo scuoiamento di uno dei discepoli di Gesù, è verosimilmente uno dei capolavori di Pasquale Chiesa (c. 1630-1654). Questo giovane pittore genovese, morto nel fiore degli anni, venne influenzato dal tenebrismo di José de Ribera e Mattia Preti, con i quali è stato talvolta confuso. Forse eseguì il Martirio negli ultimi anni della sua breve vita. Chiesa aveva già realizzato diverse opere importanti per grandi collezionisti romani, tra cui Camillo Pamphilj. Lo storico dell’arte Andrea G. De Marchi fu il primo ad attribuirgli la paternità di questo Martirio di San Bartolomeo, fino ad allora considerato opera di José de Ribera. Le ricerche effettuate confermano tale ipotesi. Con ogni probabilità, il Martirio fu acquisito dallo studioso pisano-fiorentino Giovanni Battista Ricciardi alla morte di Chiesa, nel 1654. Esposto nel chiostro della Santissima Annunziata a Firenze all’inizio del Settecento con l’attribuzione a Ribera, oggetto di almeno due copie, passò poi in una collezione privata spagnola. In Italia non viene esposto da quasi trecento anni. Quest’opera eccezionale, per la qualità della composizione e per il sapiente uso del linguaggio barocco più nobile e potente, ci permette oggi di riscoprire il talento di un giovane prodigio.