Pasquale Chiesa (att.), Il Martirio di San Bartolomeo

La composizione è particolarmente raffinata: il pittore realizza una sapiente costruzione a chiasmo in cui spiccano la diagonale formata dal fianco sinistro del santo - gamba scorticata e braccio sollevato da uno dei carnefici - e l’altra delineata dal braccio destro dell’apostolo e da quello dell’uomo dall’elegante manto blu, forse il re Astiage. La scena sembra così raffigurare sia uno scuoiamento che una crocifissione, riunendo in una sola immagine diverse tradizioni agiografiche. Chiesa attira lo sguardo dell’osservatore verso il centro dell’opera e quindi sul fulcro della storia: il dialogo tra l’apostolo, il cui supplizio è già iniziato, e Dio. Bartolomeo non può vedere gli angeli che stanno per accoglierlo, ma volge lo sguardo al cielo. Perché quest’uomo “in cui non c’è falsità” (Gv 1,47) rifiuta, anche in punto di morte, di sacrificare agli idoli che il re Astiage sembra indicargli. Essi non appaiono nel dipinto e il santo è interamente rivolto, come dimostra la mano sinistra aperta, alla vita celeste promessa a coloro che credono in Dio. La composizione, con il suo rigore costruttivo che raccorda sapientemente le figure tra loro, è forse una delle più potenti nel cospicuo corpus di martìri di San Bartolomeo. È anche una delle più riuscite nella produzione del giovane Chiesa.

Si conosce poco della vita dell’apostolo Bartolomeo, “figlio di Talmay”. Menzionato nei Vangeli sinottici (Mt 10,2-3; Mc 3,16-19; Lc 6,13-16) e nell’Apocalisse (Ap 1,13) come uno dei dodici Apostoli, è spesso identificato con Natanaele, originario di Cana. San Giovanni lo descrive nel suo Vangelo come un uomo dal cuore puro, che Gesù accoglie esclamando: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità” (Gv 1,47). Celebre per il suo ruolo nell’evangelizzazione dell’Arabia, della Mesopotamia, forse dell’India e soprattutto dell’Armenia, fu probabilmente messo a morte ad Artaxata. A causa delle fonti contraddittorie, non si conoscono i dettagli del martirio a cui fu sottoposto, forse con quattro compagni e a seguito della resurrezione del figlio e dell’esorcismo della figlia del re Astiage. Tuttavia, secondo la tradizione più diffusa, patì il supplizio dello scorticamento, come si vede nelle più pregevoli opere d’arte dedicate al santo.

Palazzo Vendramin Grimani, 2022