Palazzo Vendramin Grimani
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Il gondoliere poeta del doge Pietro Grimani
Antonio Bianchi, il "poeta gondoliere" al servizio dei Grimani dall'Albero d'Oro, riuscì sotto la protezione del doge Pietro Grimani (1677 - 1752) a diventare un eminente poeta della Serenissima.
Da gondoliere a poeta
La Venezia del Settecento è un’isola accogliente, fonte d’ispirazione per gli stranieri e fabbrica per il genio locale. Proprio in questo periodo di fermento culturale compare in laguna la singolare figura del poeta gondoliere Antonio Bianchi.
Antonio Bianchi, nato a Venezia nel primo ventennio del 1700, da gondoliere divenne un eminente poeta della Serenissima grazie alla lungimiranza del suo padrone e protettore, il doge Pietro Grimani dall’Albero d’Oro.
Studioso, letterato e mecenate, Pietro Grimani seppe circondarsi con grande lungimiranza di intellettuali e artisti e aspiranti tali, rendendo Palazzo Vendramin Grimani un vivace salotto culturale. Il doge seppe infatti riconoscere e incoraggiare le aspirazioni letterarie del gondoliere, nonostante le umili origini. Antonio Bianchi si rivelò essere estremamente prolifico, componendo sotto la protezione del doge, numerose poesie, commedie e drammi per musica.
La copiosa attività letteraria di Antonio Bianchi fu persino oggetto di polemiche da parte della critica che accusava il gondoliere di essere un semplice prestanome del doge, già membro dell’Accademia Letteraria dell’Arcadia sotto lo pseudonimo di Armiro Elettro.
La ricca produzione letteraria di Antonio Bianchi si concluse nel 1772.