Palazzo Vendramin Grimani
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Il corpus del lascito di Nicolò Manucci, composto dal Libro Rosso e dal Libro Nero, dai due manoscritti che compongono la versione originale della Storia del Mogol e le loro successive trascrizioni, viene esposto nelle sale del primo piano nobile di Palazzo Vendramin Grimani ed è consultabile grazie a dei supporti digitali.
I visitatori avranno modo non soltanto di conoscere lungo il percorso espositivo i più importanti aspetti di questa straordinaria vicenda umana e letteraria, ma potranno inoltre osservare da vicino tutte le carte che costituiscono il grande lascito culturale trasmesso da un uomo che non era né uno studioso né un letterato, ma che era tuttavia dotato di intelligenza, curiosità e tenacia tali da non smarrirsi davanti al compito gigantesco che si era prefissato. Manucci ha inteso scrivere la storia dell’immenso impero Moghul, raccontandola nei suoi diversi aspetti politici, militari, religiosi, sociali e culturali. Riservandovi all’interno, sparsi tra le pagine, non pochi momenti ed episodi della sua autobiografia.
Le diverse parti che compongono la Storia del Mogol sono per la prima volta riunite nello stesso luogo da quando l’opera fu concepita, fortemente voluta e portata a compimento da Nicolò Manucci.
Nicolò Manucci impiegò una quindicina d’anni per completare la sua impresa, anni contrassegnati da non poche difficoltà e delusioni non soltanto nella sua vita privata ma soprattutto a causa di una sorte fin dal principio avversa che non gli consentì di vedere realizzato il suo progetto e di vedere esaudito il suo desiderio: la pubblicazione della Storia del Mogol e la conseguente fama e gloria che ne sarebbero derivate per il suo autore.
Dei primi manoscritti inviati dall’India agli inizi del Settecento si impadronì infatti il gesuita François Catrou, il quale sfruttò quella fantastica messe di notizie inedite per redigere una propria storia dell’Impero. Quelli inviati in seguito sembravano aver trovato la strada giusta per arrivare ai torchi di stampa, e per di più proprio nella sua mai dimenticata Venezia, ma l’eccessivo costo della pubblicazione che l’editoria veneziana, non più fiorente come un tempo, non era in grado di sostenere, impedì il buon esito della vicenda.
L’alto costo non era tanto quello necessario alla pubblicazione del pur sterminato testo della Storia, quanto quello per l’incisione su rame e la stampa delle centotrenta miniature del Libro Rosso e del Libro Nero che la accompagnano.
Le intricate vicende che si svolsero intorno alla Storia del Mogol e alla sua mancata pubblicazione, e che videro coinvolti scrivani e funzionari delle Compagnie delle Indie, missionari gesuiti e cappuccini, diplomatici e uomini di stato veneziani, traduttori portoghesi e numerosi altri personaggi di varie nazionalità, rappresentano probabilmente un unicum nella storia della letteratura europea, e di questa preziosa unicità potranno finalmente godere, e per la prima volta, i visitatori della mostra della Fondazione dell’Albero d’Oro.
Le miniature del Libro Rosso, inviato in Europa nel 1701 per le mani del funzionario francese André Boureau-Deslandes insieme ai tre volumi della traduzione portoghese dell’opera, attualmente conservati presso la Bibliothèque nationale de France (i tre volumi della traduzione portoghese sono conservati nella Staatsbibliothek di Berlino), mostrano i personaggi principali della storia e della corte moghul, imperatori, principi e dignitari.
Le miniature del Libro Nero, inviato in Europa nel 1705 insieme ai libri I-IV della Storia del Mogol attualmente conservati presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, illustrano in maniera efficacissima, quasi didascalica, i diversi momenti della vita civile, sociale e religiosa degli hindu, così profondamente diversa dall’islam dei moghul.
Al fine di permettere ai visitatori di ammirare le miniature che compongono il Libro Nero e il Libro Rosso la Fondazione dell’Albero d’Oro mette a disposizione dei tablet che permetteranno di sfogliare le opere illustrate, garantendo la loro fruibilità e conservazione.